L’azione si svolge interamente su un campo da tennis e rappresenta un’immaginaria e tragicomica partita tra un generico numero due e l’inarrivabile numero uno del tennis di tutti i tempi, un fuoriclasse di nome Roger.
Come un moderno “cuntastorie” Emilio Solfrizzi, su un palcoscenico allestito con solo le poche righe bianche che disegnano un campo da tennis e due sedie, quelle sulle quali, nei cambi campo, i tennisti si riposano, si cimenta in una rappresentazione completamente affidata alla centralità della parola e dell’attore.