Maurizio Casagrande
La nuova commedia di Maurizio Casagrande.
Una storia toccante sul rapporto padre e figlio.
Maurizio Casagrande
“Il viaggio del papà”
di Maurizio Casagrande e Francesco Velonà
con Ania Cecilia, Michele Capone, Giovanni Iovino, Arianna Pucci
canzoni originali di Ania Cecilia
regia di Maurizio Casagrande
Produzione: Good Mood – Italiaconcerti
Questa è la storia di un padre e di un figlio che non si conoscono. Provano un profondo fastidio l’uno nei confronti dell’altro, divisi da sempre dalle loro differenze.
Il padre avrebbe voluto un figlio che gli somigliasse; pragmatico, efficiente e spregiudicato, sempre alla ricerca del successo personale, esattamente come lui. Invece gli è capitato un figlio sognatore, vacuo e incapace di realizzare qualunque cosa.
Il figlio dal canto suo, avrebbe voluto un padre che non incarnasse rigidamente la figura genitoriale, ma che fosse senza pregiudizi nei suoi confronti, che avesse una visione più ampia e moderna del mondo.
Due realtà che non si capiscono. Un padre ed un figlio che si danno la possibilità dell’incontro decidendo di fare un viaggio insieme, con la speranza che questa esperienza condivisa possa abbattere il muro che li divide.
Durante il loro viaggio accadrà un evento straordinario che li porterà a cambiare la loro visione del mondo. Come novelli Robinson Crusoe si ritroveranno naufraghi su di un’isola sconosciuta, costretti a cooperare e aiutarsi a vicenda per sopravvivere. Scopriranno che quell’isola non è come tutte le altre. È fatta di plastica e tutto quello che troveranno in quel luogo non è quello che sembra. Questo li porterà ad un incontro con un essere sovrannaturale che, attraverso il linguaggio universale della musica, chiederà il loro aiuto per non morire.
“Qualcuno potrà pensare che la notte sia meglio dormire ma ci tenevo molto però a raccontare questa storia perché credo sia molto importante, vedere un uomo convinto di sapere tutto, crollare di fronte ai suoi peggiori incubi, fa sempre ridere, e far ridere è la mia missione principale. Se poi nel farlo, riesco ad accendere anche una piccola riflessione sono veramente felice. Ah, dimenticavo, il titolo è “Il viaggio del papà”, perché in fondo il papà è il nostro primo eroe.”
Rileggevo alcune righe di un libro che mi ha sempre appassionato. Lo rileggevo nel letto, dopo una lunga giornata, molto impegnata, prima di spegnere la luce.
Il libro era“Il viaggio dell’eroe”, di Chris Vogler. Un racconto sul viaggio. Il viaggio come archetipo del bisogno che ogni essere umano ha di tendere verso la conoscenza, verso altro da sé. A luce spenta iniziai a riflettere.
Nell’Oceano Pacifico esiste un’isola che non si trova sulle mappe geografiche. È grande tre volte la Francia ed è stata formata dalla plastica che si trova negli oceani e che le correnti hanno portato fin lì. Galleggia nel silenzio mettendo in pericolo la nostra stessa esistenza. Dovremmo qualcosa, tutti insieme. Ma non è così.
L’individualismo domina le nostre vite. Vogliamo essere compresi e ascoltati, ma non ascoltiamo i bisogni altrui. Secondo logica, se ognuno di noi fosse aperto nei confronti del prossimo, nessuno potrebbe più lamentarsi di non essere capito. Ma non è così.
Siamo tutti esseri umani, ma ognuno di noi ha peculiarità e caratteristiche che lo rendono unico ed irripetibile. Eppure, pur sapendo che sarebbe impossibile trovare qualcuno uguale a noi, continuiamo ad essere diffidenti proprio nei confronti del diverso. Abbiamo paura. Potremmo apprezzare e valorizzare le differenze di ognuno. Ma non è così.
Ma come nel viaggio del ‘eroe però può accadere che un evento straordinario possa cambiare l’assuefazione delle nostre vite.